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Rabbia

Chuck Palahniuk – 355 p. – Mondadori – euro 16,00

Data: giovedì, 18 ottobre 2007 - ore 22:34

E lui è tornato lui, quello di un tempo, quello del “circolo del combattimento”. Sebbene l’idolatria frammista al sano pragmatismo che nutro nei confronti dello scrittore statunitense, mi impediscano d’essere obiettivo, non posso non commentare l’ultima sua fatica. Palahniuk è riuscito a ricreare quell’atmosfera da primo periodo, anche se ormai il soprannaturale pare non poter mancare dalle sue opere. Questo potrebbe far storcere il naso ai suoi puristi ma io (che sono tra quelli) vi dico che Rabbia ha tutti gli elementi per essere letto di getto e ricordato. A partire dall’ambiguità semantica del titolo, Chuck riesce a prenderti per mano e trascinarti, con o senza il tuo consenso, fino alla fine di una faccenda (più che storia) della quale non puoi proprio fare a meno di vederne l’esito. Il crescendo ramificato e diversificato verso il caos sociale e soprannaturale, ricorda molto quello dei primi romanzi. La forzatura di una realtà già di per sé aberrata, viene spinta al limite, fino alla scoperta della collocazione temporale del racconto e delle conseguenze che ciò genera. L’idea di mescolare ancora una volta il mondo della scienza, e per questo deterministico, con quello opposto dell’imperscrutabile e dell’im-probabile lascia davvero sconcertati. I camei di puro iperrealismo disseminati lungo la trama colpiscono allo stomaco così come quelli già letti in tantissime altre opere dello scrittore d’oltreoceano. E in ultimo, la sapienza con la quale trattare uno dei temi di fantascienza più triti, la sfida soltanto a pensare di farlo, con la sua piena realizzazione, rende Palahniuk un genio ancora una volta di più. Se mai ce ne volesse. Chissà cosa penserebbero il dottor Brown e Marty McFly di una cipria generata da un topolino innocuo che però uccide?
Andrea De Gruttola
Pubblicata su LOGO n°10 nov 2007

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