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Hey Nostradamus!

Douglas Coupland – 242 p. – Frassinelli – euro 17,50

Data: domenica, 20 gennaio 2008 - ore 18:14

E lui è di nuovo spietato antropologo dei nostri giorni. Questa volta utilizza un evento, peraltro di cronaca attuale e sempre coinvolgente emotivamente, che è punto di partenza per una disamina comportamentale di una famiglia e di un figlio cresciuto a dettami bigotti e ipocriti. Così, da una strage in un liceo americano, parte la parabola discendente e la crepa che precede la rovina di uno studente eroe della prim’ora e perseguitato della seconda. Coupland descrive ed analizza la tragedia personale del protagonista, Jason Klaasen, che perde nella strage la sua amata ragazza Cheryl. La tecnica è quella dell’io narrante attraverso quattro macro-capitoli: Cheryl ,che parla da un immaginario aldilà ancora cosciente, Jason stesso, Heather, la donna dopo Cheryl ed il padre di Jason, Reg, il vero tiranno ipocrita e religioso integralista che è la genesi di tutti i mali. La spietatezza con la quale Coupland incide l’immaginario delle nostre coscienze ha del satanico; quello che è un evento tragico, pare diventare salvezza invocata per coloro che sono caduti sotto i proiettili di tre fanatici nerd che hanno pensato bene di vendicarsi di soprusi ed angherie a suon di confetti di piombo. Già, perché pare che chi si sia salvato non abbia avuto più pace. Affresco straordinariamente inquietante delle dinamiche di gruppo in una società ormai fragile e corruttibile in tutti i suoi aspetti, anche quelli speculativi al latere di un evento tragico come una strage d’adolescenti. In pratica Coupland non lascia spiragli di buonismo da nessuna delle angolazioni dalle quali si guardi la vicenda umana, lasciando lo spazio soltanto per una becera cronaca disumanizzata della morte e della percezione che chi resta metabolizza e fa propria. La scomparsa, quella fisica e spirituale, diviene allora unica via di fuga all’incomprensione di un mondo tutto, anche quello piccolo e pure positivo fatto di coloro che sono in grado di amare e che scelgono di amare proprio noi.
Andrea De Gruttola
Pubblicata su LOGO n°2 febbraio 2008

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