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La solitudine dei numeri primi

Paolo Giordano – 304 p. – Mondadori – euro 18,00

Data: giovedì, 16 ottobre 2008 - ore 20:41

Ok, lo ammetto: mi sono avvicinato a Giordano con estrema circospezione (e anche un pizzico di sana invidia, s’intende). Dopodichè, pagina dopo pagina, è come se lo scrittore torinese mi avesse preso a schiaffi gridandomi in faccia d’essere uno come tutti gli altri, senza fiducia e aprioristico. E devo dire che ho fatto una gran figura di merda al suo cospetto. Opera prima, Strega in saccoccia (facendo fuori Rea ed altri più accreditati), più giovane di tutto e tutti e, direi io, più bravo di tanti altri. Cominci a leggere e subito qualcosa va storto; particolari disgustosi e fastidiosi, cattiveria e orizzonti esistenziali limati dall’ineluttabilità del destino, insomma, ti viene voglia di accelerare la lettura perché vuoi capire, vedere come va a finire e ad un tratto il libro finisce lì, come un crepaccio taglia di netto una statale ad alta velocità; ti ritrovi spiaccicato al suolo senza avere nessun diritto di replica. Una storia che prende allo stomaco, che fa arrabbiare oltre che per il sopracitato destino, per la incapacità dell’essere umano di attraversare quella membrana di solitudine che lo isola dal resto del mondo. Ti viene voglia di partire alla ricerca dei protagonisti, perché sono maledettamente reali; ed una volta trovati, gridargli in faccia di fare la cosa giusta, e di non lasciare che tutte le loro paure, figlie dei loro traumi infantili, li rovini per sempre. Io non so cosa ha generato questa storia all’interno di Giordano, ma escludendo una peperonata andata di traverso, magari di sera, credo che i giovani abbiano ancora qualcosa da dire di serio e pesante su ciò che è l’educazione dei genitori, frammista alla competitività becera cui spingono i loro figli nel quotidiano. Quasi che il riscatto delle loro misere esistenze passi per quelle dei loro sfortunati figli. Chissà se Giordano manderà mai una sua futura figlia ad una scuola di sci; bisognerebbe indagare in futuro. Grandissimo.
Andrea De Gruttola
Pubblicata su LOGO n°11 nov2008

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