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Le parole sognate dai pesci

Davide Van De Sfroos – 91 p. – Bompiani – euro 6,00

Data: domenica, 20 maggio 2007 - ore 23:5

Il cantautore monzese, (al secolo Davide Bernasconi), ci regala un cameo intimista e sentito di quel Nord troppo spesso associato a stereotipi come smog, industrializzazione e il mito della realizzazione, così drammaticamente latitante alle nostre latitudini. Van De Sfroos dipinge con le parole uno spaccato settentrionale che ruota sul “mare del nord” che sono i laghi; qui è uno dei tanti, eletto a centro gravitazionale di un ritorno di sentimenti sopiti in un piccolo centro delle sue rive. La figura metaforica del reduce qui si estrinseca non tanto nell’uomo quanto nel suo bagaglio: una valigia, piena di oggetti latori di ricordi, come piccoli scrigni custodi dei segreti inconfessabili di alcuni degli abitanti della cittadina. Gente di lago, appunto, con le sue storie liquide di sentimenti e rabbia verso una vita modesta e lineare, governata e spinta dalla simbiosi uomo-natura contro lo spaccato plutocratico del mondo civilizzato delle grandi città. Van De Sfroos riesce a trasmettere il senso poetico di una piana nebbiosa e ostica, interrotta dagli specchi d’acqua dolce e dalle storie dei suoi abitanti qui in una sequenza ordinata di personaggi iconografici come da tradizione popolare: il soldato, il meccanico, la ragazza del negozio, il musicista e tanti altri. Colpisce in profondità il romanticismo delicato del cantautore monzese, rimane lì, dentro il cuore, acquattandosi in un angolino comodo a sognare ancora contro gli spigoli freddi della realtà. Quella di un Nord, quello opulento e produttivo, fatto di cemento e strade e idrocarburi incombusti e alberi secchi e malati e facce pallide e tirate perennemente stanche. Le parole sognate dai pesci, sognate appunto, unico mezzo di comunicazione per creature mute.
Andrea De Gruttola
Pubblicata su LOGO n°6 giu 2007

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