Stark

Edward Bunker - 176 p. - Einaudi - euro 6,86

Data: venerdì, 19 dicembre 2008 - ore 17:59

Ultima opera dello scrittore statunitense, quello del manuale della perfetta canaglia, con tanto di epilogo curato dalla moglie rimasta a piangerlo. Bunker è un autore che non poteva mancare per capire il passaggio da cui sono arrivati i moderni scrittori statunitensi. Eroina, donne puttane e scarsezza di valori, questi sono gli ingredienti base con i quali viene realizzato Stark. Le vicende imperniate su un disgraziato nel senso letterale del termine, alter ego in parte, dello stesso Bunker che non s’è fatto mancare niente nella sua vita, galera compresa. Il velo itterico dell’eroinomane che brucia tutto e ingiallisce epidermide ed ambienti, sentimenti compresi; come se la droga agisse su tutto, cose reali e non. Un mare che spazza via tutto, dissolve e inacidisce oltre che assuefa. A tratti viene quasi la voglia di bucarsi, provare, subdolamente instillato dalle parole e dalle righe scritte non tanto con stile sopraffino piuttosto ben incastrate, i risvolti del viaggio chimico. Del trucco per evadere e andare oltre, via dallo schifo della vita reale e dalle sue miserie mai squallide abbastanza. Un po’ quello stesso incantesimo perverso generato da Ellis con le sue storie di noia altolocate; un livello superiore di disumanità. Bunker è all’estremo opposto, nel fango più fango, nel gradino più basso della scala sociale dunque per questo ancora più libero, in grado di non avere nulla da perdere. Odiato come un debito, fregato e fregante, misogino e amante, alla fine, canaglia davvero. Pace all’anima corrosa del buon Edward.
Andrea De Gruttola