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Cane Rabbioso

Angelo Petrella - 89 p. - Meridiano Zero - euro 6,00

Data: mercoledì, 18 febbraio 2009 - ore 0:10

Riparliamo del Petrella nazionale. Dopo aver discusso di Nazi Paradise e La Città Perfetta, ho fatto un balzo indietro all’opera prima dello scrittore partenopeo. In questo caso, si segue un percorso che sembra a ritroso perché si ritrova lo stile e il tratto dell’ultimo romanzo, che poi è quello che consacra Petrella come scrittore capace e abile nel disegnare intrecci all’apparenza banali ma che trattengono e avvincono pagina dopo pagina. Cane Rabbioso è sì scritto veloce e stringato ma è anche nervoso e rapido, tagliente nell’eseguire quelle traiettorie che ci hanno legato alla sua narrazione nell’ultima opera magna. L’argomento dell’allegro sconfinamento da una parte all’altra del duopolio bene e male, attraverso l’utilizzo sapiente dei protagonisti del mondo istituzionale e quello eversivo, fa di Cane Rabbioso una pastiche da ingollare con voracità senza tregua o pause di riflessione. Il retrogusto delle storie di Petrella, di questa in particolare, è sempre agrodolce, instilla il dubbio, apre la mente a congetture nuove dalle solide basi; un tentativo di portare il lettore ad una comprensione alternativa della realtà della res publica, delle sue architetture e strategie, di scalfire e penetrare quella cortina di onnipotenza e imperscrutabilità che sembra circondarla. Ci riesce Angelo, con gramde violenza letteraria, capacità eclettica di descrivere e fornire in formato cartaceo la rabbia dell’uomo, la sua fuoriuscita dal guscio formale a favore d’una istintività deprimente e depressiva. Il tutto, ovviamente, condito da nevicate di cocaina, gragnole di pugni e calci e proiettili che redimono e creano fuga definitiva e irreversibile dalla vita degradata dei tre quarti della popolazione della fantasia dello scrittore napoletano. Imperdibile per completare la trilogia.
Andrea De Gruttola

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