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Apocalisse da camera

Andrea Piva - 205 p. - Einaudi - euro 13,80

Data: mercoledì, 21 ottobre 2009 - ore 18:23

Andrea Piva nasce come sceneggiatore. Dopodichè, firma questo piccolo cameo letterario dal titolo quanto mai contrastante: la fine del mondo dentro una stanza. Quasi un titolo dal Battisti che fu. E invece già da queste prime parole si intuisce il modus del Piva. Una scrittura di uno stile divertentissimo, come un Benni più letterato, meno popolare. Si narra delle vicende di questo disgraziato, Ugo Cenci, ennesimo interprete della generazione disfatta e disfattista di questo inizio millennio, che oscilla tra stereotipi un po’ yankee come la coca e le donne facili e i genitori rompicoglioni e tutto il mondo fuori dalle stanze dove lui fuma e scopa e vive. La trama non è il punto forte del romanzo, non lo si legge per sapere dove si finisce (fors’anche lo si intuisce fin troppo prematuramente) bensì si viene catturati, da subito e in maniera indissolubile, allo stile narrativo. Le iperboli e i giochi di parole che lo scrittore riesce a creare sono al pari di uno spettacolo pirotecnico. Si resta a faccia in su, col fondoschiena sull’erba umida di un crinale di campagna, ad osservare rapiti tutti quei colori squarciare il buio; la scrittura di Andrea Piva è l’equivalente della polvere pirica sottoposta ad alte e repentine temperature che agisce sul nostro substrato cognitivo stimolandolo come una sostanza psicotropa. E’ da invidiare la sapienza con cui la lingua viene maneggiata: mai manieristica mai scadente, sempre e costantemente su di giri con tanto di indottrinatissime citazioni a trecentosessanta gradi. I dialoghi sono molto cinematografici, come quelli di un Guy Ritchie di prima e ultima maniera; asciutti, sagaci e coltissimi. Raffinati. Come il personaggio Cenci lo si ritrova a valle della Apocalisse, bè, questo è materia per il lettore che arriverà alla fine del testo. Io dico soltanto e spero che Andrea Piva la faccia un’altra “marchetta” letteraria, per far partorire al mondo della sua immaginazione un’altra perla come la storia che ho appena finito di leggere. Superbo.
Andrea De Gruttola

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