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Io sono Dio

Giorgio Faletti - 520 p. - Baldini Castoldi Dalai - euro 20,00

Data: sabato, 21 novembre 2009 - ore 16:42

Eh bè, il Giorgio nazionale rientra in sé. Dopo la raccolta di racconti, ritorna al romanzo, genere nel quale riesce molto meglio, se non altro più inciso, pervasivo oserei. Location nota e abituale, personaggi ben caratterizzati, azione a più non posso, finale secco e chirurgico, senza fronzoli e, soprattutto, grossa fluidità di lettura che poi è ciò che fa il successo commerciale di una buona storia. Ciò che invece mi preme commentare è l’incredibile idea per poter ri-utilizzare per la milionesima volta in un’opera di fiction, l’epopea tragica mai dimenticata del conflitto del Vietnam. Faletti trova un ennesimo escamotage, neanche originalissimo ma incredibilmente efficace, per riportare al centro di una vicenda narrativa di fantasia, un accadimento violento all’interno di uno dei conflitti più discussi e devastanti del ventesimo secolo. La vendetta, come movente, sappiamo essere qualcosa di non particolarmente originale ma resta sempre, indiscutibilmente, una delle benzine più utilizzate per far viaggiare la macchina di un romanzo anche solo di un racconto. In questo caso, in realtà, i personaggi e il fantasioso intreccio che lo scrittore riesce a tessere sono tutt’altro che subalterni all’incipit vendicativo; prendono, invece, un peso sostanziale, molto forte, sull’intero schema del romanzo fino a farti quasi scemare la rabbia che invece si prova nelle prime pagine alla lettura del tragico destino del protagonista (in realtà non è proprio così ma non sveliamo niente). Resta comunque un best seller. Faletti continua sulla falsa riga degli statunitensi, ormai ambientando con estrema cura, la sua narrativa nel grande paese delle opportunità. E lo fa come uno di loro, perché a leggerlo senza sapere chi è, diresti di sicuro che si parla di uno scrittore americano e non un italiano che ne fa il verso. Resta comunque efficace, checché se ne dica. Lettura facile e scorrevole. Da fare, se non altro vi tiene avvinti alla poltrona o alla testiera del letto con due cuscini tra quest’ultima e la vostra testa.
Andrea De Gruttola

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