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Caduta libera

Nicolai Lilin - 326 p. - Einaudi - euro 21

Data: lunedì, 24 maggio 2010 - ore 8:41

Bis di Lilin. E a segno, come direbbe lui. A meno di un anno dal debutto con botto dell’Educazione Siberiana (che diventerà a breve un film diretto da Salvatores e prodotto da Cattleya), il giovane scrittore transnistriano torna con un documento agghiacciante sulla guerra, nello specifico, quella Cecena. Da anni nodo gordiano delle faccende caucasiche e grossa spina nel fianco del tandem Putin/Medvedev, questo conflitto, che attanaglia le coscienze occidentali sul loro opportunissimo immobilismo, è scenario dell’imbarbarimento umano fino a livelli indescrivibili. Lilin si racconta e racconta la sua esperienza di militare di leva all’interno dell’esercito russo come cecchino; spedito quasi per destino al fronte ceceno, Kolima (soprannome di battaglia) entra a far parte dei sabotatori, la squadra più anticonformista dell’esercito e quella che rischia di più la pelle. Tra battaglie al limite e istinti di sopravvivenza che svuotano l’uomo di ogni sentimento degno di tale appartenenza, si resta allibiti di fronte allo stile cronachistico nudo e crudo che Lilin mette nelle pagine del suo romanzo che proprio tale non è. Chi legge resta turbato, oltre che scioccato, dal passato reale dell’autore che già col primo libro c’aveva dato assaggio di un appartenenza non proprio limpida (ricordiamo le risse con i coltelli e le spedizioni punitive inter quartiere); qui però, Lilin si traduce in un vero e proprio assassino che, sebbene con l’alibi della guerra, diventa spietato ed efficiente nel suo compito che poi è quello di ammazzare gente, gli arabi in questo caso, e come tale rientrerà dal conflitto: un omicida, con vittime e vittime sulla coscienza, che nessun alibi da conflitto armato potrà mai cancellare. Sicuramente un libro con dei passaggi fortissimi, dovuti al fatto che non si sta inventando ma è tutto vero. La tristezza che cala a drappo sulle nostre futilità da occidentali consumisti, l’inferno che convive col paradiso mentre noi ignoriamo che la gente muore nei modi di cui Lilin ci porta a conoscenza. Da seguire nelle interviste, il ragazzo. Ci sarà da stare poco allegri.
Andrea De Gruttola

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