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Gli Psicoatleti

Enrico Brizzi - 512 p. - Dalai - euro 20,00

Data: venerdì, 2 settembre 2011 - ore 22:6

Finalmente. Un romanzo vecchia maniera, di quelli che si fanno leggere e che ti tengono avvinti alle pagine nonostante il loro numero importante.
Avevo lasciato al palo il Brizzi nazionalpopolare dopo i fasti di Jack che usciva dal gruppo e del Cousin che tirava mazzate di morte (fantastico!); oggi lo ritrovo maturo, dopo aver iniziato con i romanzi "a piedi" lasciandomi indifferente, questa volta mi ha acchiappato. Innanzitutto una genialata (o arrivato prima fa lo stesso) onorare l'unità nazionale facendosi a piedi lo stivale (a me ad esempio non è venuto in mente di fare altrettanto in bicicletta); e in secondo, nessuna retorica, uno sguardo secco e asciutto sulla diversità onnicomprensiva del belpaese e dei suoi cancri perenni. Avvince, commuove, pungola e incuriosisce la prova di Brizzi su questo tema veramente forte nella sua ineluttabile attualità; un senso di ciò che dovremmo essere e di quello chè, ahimè, siamo, al cospetto di un passato nel quale non si può arrivare a credere che un mucchio di ragazzi abbia scelto di crepare per una causa disonesta; piuttosto bisognerebbe avere rispetto e capire che oggi sarebbe anche solo impossibile concepirla una cosa così: il sacrificio, estremo, per un ideale, la patria e l'unità di un popolo in mezzo ad altri popoli. Oggi, che combattiamo per il misero metro quadro, che abbiamo la telefonata pronta all'amico dell'amico e il favore diventa debito insolubile per la vita.
Verrebbe davvero voglia di mandare tutto e tutti al diavolo ma poi, anche questo serve, arriva Brizzi con un libro che ti riporta energia e ti istilla l'ennesima scintilla di speranza. Affinchè si possa recuperare un minimo di patriottismo, sano, che aiuterebbe a trovare un senso superiore, ulteriore, alla nostra vita, anche quella di tutti i giorni; anche quando girandosi attorno, le onde di merda sembrano portarci via.
Grazie Enrico, di cuore.
Andrea De Gruttola

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