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Stephen King - 761 p. - Sperling & Kupfer - euro 23,90

Data: sabato, 7 gennaio 2012 - ore 10:52

Il 2012 si apre coi botti: King fa centro, capolavoro.
Potremmo dire che è definitivamente tornato (ma probabilmente non se n'era mai andato) quello di un tempo. Ventidue-undici-sessantatrè è un odi quei romanzi che ti avvince non solo per la storia in se per se m aanche perchè ti insegna qualcosa, la storia, in questo caso. L'impresa non era facile: rimettere in mezzo il viaggio nel tempo è un ferro del mestiere che pochi saprebbero utilizzare nel modo migliore dopo tanti anni di usi e abusi. In più, mescolare questo con un altro tema, tra i più oscuri e complottistici di sempre, l'assassinio di JFK è altra complicazione non da poco. Invece il nostro li mescola sapientemente come solo uno scrittore di thriller come lui può, e tira fuori questo vero e proprio must del genere. Avvincente, commovente, riflessivo e non scontato, questo romanzo si lascia leggere a discapito del non piccolo numero di pagine di cui è composto. Sei lì, nell'america dei favolosi sessanta, ci sei dentro, vivi tutto di allora, senti odori, suoni e vedi i colori e poi sei lì, in Dealey Plaza e quasi ti soprendi di non poter fare qualcosa per impedire quello che è già stato. Fantastico il risultato: tutto fin troppo concreto tanto che al termine, non puoi non passare un'altra oretta tra wikipedia e fonti varie a documentarti sull'acccaduto quasi a voler trovare tracce di George Amberson o Jake Epping e Sadie Dunhill e tutti gli altri.
Agrodolce nelle conclusioni perchè in fin dei conti, e su questo forse King resta prevedibile, meglio non cambiare ciò che già accaduto: mai potresti sapere quale sarebbero le conseguenze. Va da sè, è l'unica critica che mi sento di fare, per il resto, ribadisco, capolavoro.
Andrea De Gruttola