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Gruppo "Salar y Atacama".


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On line il trailer del documentario Salar y Atacama

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Deserti del SudAmerica in bicicletta.

Fu nel 1995 o giù di lì che mi capitò tra le mani una cronaca di viaggio in bicicletta di tale Luca Solari e il suo gruppo "Viaggi senza senso". Questo gruppo allegro aveva attraversato il Salar de Uyuni (clicca per maggiori info) nel sud della Bolivia, la distesa salina più grande del mondo, a 3600 scarsi di altitudine. Dopodichè si erano diretti a sud, in Cile, verso l'altro cugino "difficile", il deserto di Atacama (clicca per maggiori info), il posto più arido della terra. Avevo letto quelle righe, tralaltro scritte con grande verve letteraria dallo stesso Solari, come si fa con una cronaca di sogno annunciato. Ero poco più che ventenne, con solo il primo viaggio alle spalle e avrei dovuto ancora macinare chilometri prima di potermi permettere anche solo di rivolgere i miei pensieri concreti a quei luoghi.
Adesso, a diciassette anni da quella lettura (i fogli li ho ancora conservati in una busta) è arrivato il momento di andare a vedere di che si tratta.
Dopo l'Alaska, bisognava tornare in strada, non poteva finire lì, in mezzo a quelle foreste e quella tundra gloriosa. Così, mi è tornata in mente quella cronaca, con tutto il suo potere evocativo, perchè ho rivisto quel ragazzo sognatore, adesso uomo, che ne ha fatta di strada in sella e che ha tutta l'autorità per andarsi a misurare in mezzo a quella desolazione assoluta.
Ancora una volta in solitaria, come si conviene ai riflessivi (oltre che al sottoscritto), senza mezzi di appoggio, in completa autosufficienza. La partenza è prevista la mattina del 5 agosto con arrivo a La Paz, capitale della Bolivia, il giorno dopo. Dopo circa tre giorni di permanenza in loco inizierò la pedalata. Punterò a sud, verso Uyuni, porta di ingresso del Salar, dopodichè lo attraverserò in un paio di giorni. Uscito a nord ovest, punterò verso sud, al confine col Cile, attraversando un territorio ostile e scarsamente popolato. Arrivato in Cile punterò dritto nel deserto di Atacama, il luogo più arido della terra dove non piove mai e la Nasa ci fa le simulazioni data la conformazione geomorfologica del luogo. L'arrivo è previsto tre settimane più tardi nella città di Antofagasta, in Cile, da cui ripartirò per l'Italia con arrivo previsto il 2 settembre.
La difficoltà principale sarà pedalare ad altitudini importanti, dai 3600mts del Salar ai 2500 di Atacama e l'attraversamento del territorio Boliviano comunque superiore ai 3000mts. L'allenamento si sta svolgendo nel migliore dei modi, prevedendo anche soggiorni in quota per abituare il fisico. Questa volta tornerò con la mia vecchia bicicletta, quella utilizzata in Islanda per intenderci, un mezzo più adatto e agile rispetto alla Cannondale protagonista in Alaska. La novità sarà l'attrezzatura di rimorchio che servirà a collocare le riserve idriche assolutamente scarse lungo il tragitto.
Ancora una volta e di più, l'inossidabile Gennaro Capone curerà la cronaca in movimento. E "in movimento" sarà davvero dato che questa volta il Direttore mi ha convinto che il mezzo di Zuckerberg ovviava ad una serie di difficoltà non indifferenti per la gestione dei contenuti: questo significa che verrà creato un gruppo apposito in FB ed io ci potrò accedere temporaneamente fino a raid ultimato. Seguiranno dettagli.
Vedo il cielo azzurro sopra di me stavolta, e i sogni sono tesi ma onesti. Le paure presenti come lo furono due anni fa prima di affrontare le lande severe del nord ovest americano. Tutto si ritrova come sempre, perchè il martirio è inevitabile come la pioggia durante le stagioni. Unica via per ripulirsi, per confrontarsi, per misurarsi come essere umano in mezzo alla madre terra, così generosa e massacrata dagli stessi uomini che la abitano. Attraversare quei luoghi con la bicicletta significa accettare le leggi che governano la natura stessa e allo stesso tempo renderle omaggio nel modo più rispettoso che si possa. Mi prenderò i miei rischi, così come due anni fa, certo di arrivare alla fine e mettere un altro mattone nella costruzione della mia vita, così severa e fortunata, così piena e orgogliosa.
Ci troveremo a breve per ulteriori notizie; per adesso vi abbraccio tutti.
Andrea De Gruttola

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