Come mi viene

Francesco Renga – 97 p. – Feltrinelli – euro 10,00

Data: domenica, 23 dicembre 2007 - ore 18:24

Oramai è moda; non solo artisti in un senso ma anche, possibilmente, in un altro. E così dopo il Liga che scrive e dirige e il Vasco che pure mi si mette dietro la camera da presa, abbiamo una della voci più intense del panorama italiano che non resiste al richiamo intimista del supporto cartaceo. Francesco Renga scrive un racconto espanso più che un romanzo e lo fa senza grosse aspettative a leggere le sue righe. Lo fa come se dovesse scrivere una canzone un po’ più lunga del normale; caratteristici molti passaggi brevi che si riescono ad isolare proprio come se fossero pezzi di uno dei suoi brani. Cosicché, complice un ritardo in aeroporto, compero questo libretto e me lo divoro nelle due ore che mi separano dal decollo. L’impressione è notevole soprattutto per la complessità dell’intreccio dei testi che non t’aspetti dall’esordiente poliedrico, che risultano a volte indigesti (non credo si possa leggere a pezzi, va buttato giù tutto d’un fiato); il punto è che bisogna avere costanza e alla fine tutto prende il giusto percorso cosicchè la comprensione della storia e, soprattutto, del suo significato, arrivino dove devono. Gli ambienti, le psicologie e le istantanee che Renga regala, unite ad uno stile asciutto e a tratti aulico, portano ad una visione intensa delle scene, come impossibili da non proiettarsi nella mente in modo inconsapevole. Sono piccole istantanee, di quelle che ti incantano, come guardare una donna attraverso una porta socchiusa dedicarsi alla propria cura facendosi una doccia; soggetti all’apparenza banali ma che Renga riesce a rendere in maniera fon troppo smaliziata per non tradire un’applicazione nella narrazione, che invece viene spacciata per totalmente spontanea e destrutturata. Resta un piccolo dono malinconico e dolce, di quelli che ogni tanto ci vogliono. Da leggere senza interruzioni.
Andrea De Gruttola
Pubblicata su LOGO n°1 gen 2008