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Duma Key

Stephen King – 741 p. – Sperling&Kupfer – euro 19,90

Data: giovedì, 31 luglio 2008 - ore 22:59

E che vogliamo dire…il Re è tornato. Ma come Dio comanda aggiungo io. “Cose Preziose” è stato il mio primo libro serio letto all’età di diciassette anni; da allora non muovo un passo senza un libro appresso. Devo tutto al signore di Bangor. A quei tempi, King era al culmine; i suoi libri si leggevano e si vivevano, perché ad ogni pagina letta c’era da sentire davvero le voci, gli odori e le atmosfere. Poi, ad un tratto, all’altezza di Rose Madder o giù di lì, il Re ha abdicato. E quelli come me sono rimasti al palo, in attesa del suo ritorno. E non che non c’abbia provato ma i tentativi fallivano miseramente (clamoroso, “Cell”). Poi, leggo l’anteprima di Duma Key e sento qualcosa: mi dico, il mattone va comprato. Bel rischio, dati i precedenti. Ma una volta aperto, letta la prima pagina il mio sorriso s’apriva e la festa delle emozioni aveva inizio. E sì che c’era di nuovo; storia costruita secondo i consueti, antichi canoni della Castle Rock che fu. Il protagonista e l’evento “scatenante” tipico delle consolidate strutture kinghiane, la costruzione delle vicende di tutti gli altri personaggi pagina dopo pagina, con un ritmo lento ma efficace, il crescendo finale col “tutti insieme contro l’avverso”. Il soprannaturale che emerge con grande forza e presaga tragedia. Dopodichè ci sono i soliti accorgimenti da adottare nella lettura dei romanzi di King: mai affezionarsi ai personaggi. In nove su dieci crepano quelli più amorevoli: è questo il caso? I quadri, la pittura esoterica (un po’ Rose Madder, che coincidenza dopo quanto detto sopra, non trovate?) e il finale classico hanno riportato in auge vecchi sentire ma soprattutto, ad ogni chiusura del libro prima di riprendere, la sensazione che ci fosse un balzo indietro nel tempo, in quel tempo dove tutto sembrava, irrimediabilmente, più semplice di adesso.
Andrea De Gruttola
Pubblicata su LOGO n°9 set 2008

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