Pochi inutili nascondigli

Giorgio Faletti – 373 p. – Baldini Castoldi Dalai – euro 17,90

Data: domenica, 14 settembre 2008 - ore 14:53

Dopo il primo podio romanzesco (tre romanzi editi) il Giorgio nazionale è già a ravanare il fondo del barile. Ecco allora che esce la classicissima raccolta di racconti, escamotage succedaneo della crisi creativa di mezz’età (professionale). Che dire. Dato che questa è prassi consolidata, per una volta tanto evito di malignare e faccio un commento super partes. Il livello è alto, semplice e banale. Sono sette brevi storie con l’elemento sorpresa sempre concentrato sul finale. Il primo racconto ha un vago sentore Kinghiano nel legame soprannaturale tra l’arte pittorica e il mondo reale; una gomma e una matita che, nelle mani di un disegnatore di successo, diventano armi letali. Il secondo è un cameo romantico che richiama vecchie atmosfere col tema mai domo del dolore del lascito amoroso, il tutto immerso nello scenario stupendo dell’Isola d’Elba. Il terzo è invece un’eccezionale affresco nero metropolitano con personaggi caratterizzati in modo classico ma con una trovata geniale narrativa. Dopodichè irrompe il bucolico tema del legame con la terra e le pressioni violente della speculazione, con la natura dotata di un’anima propria che “interagisce” con le vite degli esseri umani. E ancora, già pubblicato su quotidiano nazionale, una storia a metà tra un nostrano mostro lacustre di scozzese memoria e una ragazza, meretrice emancipata e inseguita, che si trovano senza traumi nella dimensione reale, dandosi una mano l’un l’altra. Infine, una chicca in stile apertamente cabarettistico, con periodi di pura genialità comica e un ritmo rapido e macchiettistico ed un omaggio all’horror classico con un licantropo che vorrebbe fare della sua diversità un mezzo artistico. Li leggiamo certo, aspettiamo il quarto romanzo.
Andrea De Gruttola
Pubblicata su LOGO n°10 ott 2008