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All'ombra dell'ultimo sole, s'era assopito un pescatore. Dopodichè s'è svegliato...
spedito da: Andrea
Data: lunedì, 6 luglio 2009 - ore 18:50



Lui aveva passato gli anni, una trentina e più, ad imparare tutte le tecniche e i laghi e i fiumi e anche i mari più pescosi. Non poteva fallire, doveva per forza di cose tornare a casa con il paniere pieno.
Così è uscito finalmente a pesca, portandosi dietro tutto il necessario, così come gli avevano insegnato. E' stato sulle sponde di tutti i fiumi possibili e immaginabili, così come le rive dei laghi e i mari che aveva potuto raggiungere nella sua vita.
Eppure la sua canna da pesca si fletteva, per poi spingere la lenza e l'amo e l'esca il più lontano possibile. Eppure risaliva dal fondo vuoto, lasciando nell'acqua solo una scia che scompariva quasi all'istante senza lasciare traccia. E così per mesi ed anni fino a rinunciare del tutto al suo sogno di pescare e chiudere il cerchio della sua passione. Cosicchè, all'ombra di un ultimo sole si è assopito, ai piedi di una quercia vicino uno dei tanti laghi visitati durante quel suo peregrinare. E così è rimasto, addormentato a sognare le specie di pesci più belle che lui avesse mai potuto vedere ed immaginare. E così, attraverso quel viaggio onirico, ha capito che i pesci devono rimanere nell'acqua; che tirarli fuori significa ucciderli, che non c'è niente di cui giovarsi a pescarli, a vederli trascinati all'aria presi per un labbro, martoriati e mutilati e feriti.
Cosicchè, il pescatore s'è svegliato; lasciando tutto lì, sulla riva dell'ultimo lago, s'è tuffato in acqua. E c'è rimasto fino a che l'aria non gli è mancata, finchè, col sorriso di chi sa che è la giusta fine ad un percorso fatto di scelte corrette nel profondo e coraggiose sebbene impopolari alle volte, ha sentito l'anima liberarsi nell'acqua e nuotare fino in profondità. Quelle stesse nelle quali mescolarsi agli altri pesci e andare felici seguendo la corrente. Senza nessun altro motivo che andare e andare. E andare.

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