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Ancora una volta sull'immediato.
spedito da: Andrea
Data: mercoledì, 7 ottobre 2009 - ore 19:39



Di nuovo lo faccio ma, a dire il vero, volevo già farlo prima della notizia di oggi pomeriggio. Commentare intendo.
Premetto che dei due signori in foto non me ne frega una beneamata mazza; loro rappresentano (purtroppo e che che se ne dica...) la maggioranza degli italiani che, in democrazia, significa una nazione intera.
Proprio di questo volevo scrivere. Ero partito con buoni propositi cavalcando la questione Annozero e libertà di stampa e stronzate simili. Poi è arrivata la notizia sul Lodo Alfano (dite la verità, quanti di voi non sanno che cazzo significa Lodo...) e allora non ho più potuto aspettare.
Libertà, libertà, libertà. Ci riempiamo la bocca di questa parola, ma sappiamo definirla davvero? Qual'è il confine tra la libertà e la vita-schiava che facciamo per poterci raccontare, a sera, daver svolto il nostro compito nella società? A voi, filo-sociologi che leggete. Io vi dico che alla fine non c'è un vero confine, non c'è mai stato. Perchè la soluzione non è certo nella mancanza di regole, nell'anarchia, così come non lo è neanche nella democrazia siffatta, magari quella occidentale per intenderci, così piena di leggi e regolamenti e tentativi d'ordine disciplinato. Il punto è sicuramente di "male minore", quest'è.
Vi dico, ci scandalizziamo per la libertà di stampa e poi non ci chiediamo quanta manipolazione ci sia nell'informazione di tipo economico che non riguarda necessariamente il governo, che è transideologica, che non crede ad alcuna bandiera, alcun colore, rossa o nera non conta, conta il profitto.
Vi dico, siamo tutti connessi e pronti alla comunicazione e il mondo sembra libero perchè noi messaggiamo e diciamo e muoviamo pensieri e sembra che possiamo dire sempre la nostra in tempo reale, in barba al sistema. E invece ingrassiamo i colossi delle telecomunicazioni e i loro fatturati e, per giunta, veniamo spiati per ragioni di "marketing".
Vi dico, andiamo a sentire, in massa, le parole di un crucco tutto imbardato di tessuti preziosi, con anelli che, a fonderli, si ricaverebbe oro per sfamare un paese del terzo mondo, e pendiamo dalle sue labbra per discorsi farciti di una retorica mostruosamente piallante qualunque coscienza. Che, non s'è capito perchè, in un momento non meglio precisato del tempo, qualcuno che, evidentemente si rompeva le palle del vuoto cosmico, crea tutto 'sto casino per poi vederlo andare a male, come un videogame di ruolo iniziato e mai finito. E poi scopri che tutto quest'ambaradan di uomini (perchè quello sono) vestiti di nero o rosso o bianco a seconda delle gerarchie, hanno più soldi in banche nascoste che una nazione nel più florido momento della propria potenza. E pregano per la povertà e la pace nel mondo...
Vi dico, la pace...oh, la pace...i militari spediti in paesi di cui conoscono la posizione geografica il giorno prima di prendere un aereo che li porterà lì. Spediti lì per la "pace", perchè è ovvio, i militari fanno la pace mica la guerra. Perchè la parola "pace" diviene sinonimo di obolo, intendo cioè il prezzo da pagare per la nostra fetta di opportunità economica una volta che il paese da "pacificare" dovrà richiedere il know how tecnologico e infrastrutturale al resto del mondo per risorgere. E allora, chi saranno i paesi in pole position? Quelli che hanno mandato a crepare ragazzi che non avevano alternative nei loro paesi ad un lavoro come il militare e che, col loro sangue, hanno assicurato a noialtri civili, prosperità economica che arriverà dai proventi di aziende edilizie, energetiche, automobilistiche e chi più ne ha più ne metta. Abbiamo liberato l'Iraq dal sanguinario dittatore Saddam Hussein, che occidente premuroso, davvero...qualcuno di voi mi spiega perchè non liberiamo l'Angola dalla guerra civile? Perchè non facciamo saltare in aria la colombia dei narcos? Perchè non combattiamo il comunismo cinese? E così ad andare avanti. Provate a spiegarvelo, a farvi qualche domanda (ammesso che ne abbiate voglia) e vedrete che la risposta è maledettamente semplice.
La verità è che in questo mondo serve equilibrio, questa è la verità. E questo equilibrio si gioca sulla proporzione di forza che prevede di schiacciare da qualche parte e allentare la morsa da un'altra. E dove si schiaccia? Dove serve a procurarsi ricchezza. In definitiva l'equità non esiste, perchè l'equità è un concetto non sostenibile. Vi immaginate voi se domani l'Africa (che ne avrebbe tutto il diritto proprio in nome dell'equità esistenziale) si svegliasse a uso Cina e iniziasse a chiedere energia così come il gigante asiatico? E dove la prenderebbe tutta questa energia? E chi permetterebbe a quei negri di riprendersi il loro oro nero e sottrarlo al resto del mondo che oggi lo saccheggia proprio al continente nero? I Negrita cantavano “Mi hanno sempre insegnato che nell’incertezza è meglio prendere, ma se io prendo chi è che dà…” ogni tanto chiediamocelo davvero, ci può far bene.
Su su, vi do uno spunto di riflessione. Dopo tutto ciò, credete davvero di potervi ancora indignare per il giro di mignotte del presidente del consiglio o della frustrazione di Santoro che non si capacità del perchè Berlusconi resti impunito o ancora, dei proclami faziosi dei media da una parte e dall'altra? A me viene da ridere, non so a voi. E mi fanno schifo anche i "buoni" i cosiddetti "democratici" pronti a cavalcare l'onda di una presunta moralità superiore, che si dilungano in commenti da primi della classe e che poi, quando ne hanno avuto occasione, hanno fatto come (e peggio in certi frangenti) dei porci di destra attuali. Che cazzo, non vi sembra che è proprio l'uomo che è fatto veramente di merda?
E, mentre sembra che la democrazia si prenda una rivincita nel dichiarare illegittima una legge che difendesse uomini come altri uomini ma diversi da loro per il ruolo, pure leggiamo di un'arroganza propria dell'animo umano nel far finta di niente e di portare solidarietà ad un porco, uno dei tanti sia ben chiaro, che ha sistematicamente sodomizzato chiunque gli fosse capitato a tiro e utile per i propri interessi, ingannando una nazione intera e sollevandosi sugli scudi degli ignoranti. E la legge è uguale per tutti cicci, non dimenticatelo...
La democrazia, cosiddetta, rende colpevoli tutti, i presunti cattivi e gli altrettanto presunti buoni. Ed è su questo che dovremmo riflettere: accettare cioè la profonda diseguaglianza del mondo che ci circonda e la sconfitta, inequivocabile, del'intera umanità di fronte alla sacralità della parola libertà.

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