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Esercizio#4 - Mi ricordo l’odore d’urina in un vicolo.
spedito da: Andrea
Data: venerdì, 29 gennaio 2010 - ore 0:23


Ho fatto merenda con foga; gli altri mi stavano aspettando, lo sapevo. Mi madre mi ha guardato a braccia conserte fino a che non ho ingoiato tutto il frullato.
“Stai attento con quel muro, lo so che vi arrampicate sai?” ha detto mentre la salutavo e uscivo di casa tutto eccitato. Il caldo estivo del tardo pomeriggio mi ha avvolto di colpo una volta fuori dal portone fresco e in ombra.
Siamo tutti lì. Luigi e Stefano hanno le spade di legno fatte con le assi delle cassette della frutta e ce l’ho pure io. Nunzia e Laura sono le principesse da salvare.
“Fate il giro e andate su” dico loro indicando la sommità del muro in fondo al vicolo, dove c’è l’aiuola e dove loro si faranno salvare.
“Luigi” dico al mio amico, “tu fai il cattivo oggi e vai su anche tu, io e Stefano verremo a combattere per le principesse”.
Questo è il nostro gioco ed è bellissimo; ho la gola secca e il cuore che sbatte in petto. Vedo il labirinto che fanno le auto e i bidoni dell’immondizia e i muretti di contenimento del terrapieno. Luigi, Nunzia e Laura sono già andati a posizionarsi. Io guardo Stefano, gli dico:”pronto?” e lui annuisce con forza, già sudato per l’emozione e per il fatto di essere con me in questo viaggio fantastico.
“Andiamo” dico lanciandomi in mezzo alle auto. Corriamo e gridiamo cose come “dobbiamo attraversare il labirinto magico e poi superare la porta dei mondi” e anche “se incontri i draghi sputa fuoco li infilziamo con le nostre spade!”. Cose così, da bambini. Poi d’un tratto arriviamo davanti al vicolo e faccio segno a Stefano di acquattarsi. Ci sono due ragazzi grandi, uno maschio e uno femmina che ridacchiano e fanno “ssss” entrando nel vicolo di corsa tenendosi per mano. Il vicolo è cieco ed ha un muro in fondo fatto di mattoni forati; e lì che ci si arrampica per raggiungere le principesse.
Io e Stefano ci avviciniamo per guardare; mi giro facendogli segno di stare zitto. Dopodichè ci affacciamo. La puzza acida di pipì ci investe immediatamente. La ragazza è con la faccia al muro mentre il ragazzo la sta spingendo da dietro con colpi precisi, rozzi e senza dolcezza. Hanno i pantaloncini alle caviglie e noi stiamo lì a guardarli per minuti prima che i due se ne vadano mentre io resto stranito per quello che ho visto. “Non capisco” penso mentre scalo il muro di mattoni; guardo giù e vedo le macchie d’urina contro il muro, bucce di banane nere su latte di coca cola ammaccate. Stefano mi guarda e dice:”vai su dai!” mentre io infilo le dita nei buchi di cemento grezzo graffiandomi. Pesto un ragno con un indice, un altro scappa lungo una ragnatela mentre il sudore cola sulle tempie e sulla schiena.
“E’ sbagliato” sussurro col cuore a mille ripensando a quello che ho visto. “E’sbagliato” ripeto col tanfo di pipì reso insopportabile dal calore. E d’un tratto sono su con Luigi che, gridando, parte all’attacco.
“Mamma mi picchia se lo sa” realizzo di colpo anche se non avrei da temere nulla. Io non ho fatto niente.
E parto all’attacco anch’io ma non più così felice come qualche minuto prima.

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